«Pesciaiola, rana dalla bocca larga, vacca, scrofa». Con queste parole un docente universitario di cui non ricordo il nome si è riferito a Giorgia Meloni durante una trasmissione radiofonica di cui non ricordo il titolo. Sono così andato a vedere la faccia di questo squisito gentiluomo, che insegna storia, pedagogia, all’università di Siena. Ed è la faccia delle sinistra: vile, invida, biliosa, da gallinaccio castrato. E la posa, quel pretenzioso e ridicolo atteggiarsi a immacolato castigatore dell’immoralità altrui mentre si odora di pollaio anche attraverso la radio. Si scusa, il cappone, con le pesciaiole, perché paragonate alla Meloni. Con quella pruderie idiota di chi starnazza la parte del perbenino mentre oltraggia compiaciuto accusando la controparte, assente, di arroganza. E che sia donna, chi subisce l’oltraggio, a me poco interessa; ma tanto dice sulla verità del femminismo militante di questo sterco progressista. Il bis pensiero di questi “intellettuali” è l’unica cosa che li salva dall’orrore di sé; dal guardarsi negli occhi ravvicinati della stupidità, dal mettere a fuoco la tragedia delle loro bretelle da bracaloni privi di gusto e di idee. Ma a questo gallinaccio castrato non andrà bene bene. Perché si è dimostrato stupido, appunto. Come Friedman prima di lui. Non ha capito che il doppio standard, cui sono abituati da decenni, ora scricchiola. Specie se tocchi una donna. Il rispetto della donna, la lotta al sessismo, alla discriminazione femminile, per la parità di genere… fino a ieri si applicavano solo a signore di categorie protette. Oggi qualcosa si muove. Certo, siamo ancora lontani da un eguale trattamento, dall’eguaglianza di genere. Se quel gallinaccio castrato avesse dato della rana dalla bocca larga a Michelle Obama, o magari a Dietlinde Gruber, sarebbe stato scorticato vivo in piazza del Campo, e una volta decapitato, lo avremmo visto correre qua e là senza la testa. Ma l’inquisizione paciaiola e il neo puritanesimo sinistro sono vittima del loro stesso fervore ideologico e la cosa inizia a divertire. Forse persino la Boldrini sarà costretta a mandare messaggi di solidarietà alla leader di Fratelli d’Italia. Il docente si renderà tosto conto della merda che ha pestato. E sono certo che non difenderà le sue esternazioni, ma si scuserà. Non più con le pesciaiole, stavolta, ma con la Meloni. Il vile. Perché, come tutti i capponi sinistri è prima di tutto un vile. Da estimatore di Meloni, mi sono sentito in dovere di scrivere queste poche righe. Ma se fossi stato il marito di Giorgia non avrei perso tempo con le parole. Non avrei aspettato una telefonata di Mattarella. No. Sarei andato a trovare il professore e con piglio pedagogico lo avrei educato a fumare la pipa dal culo.