L’altro giorno ho subito un interrogatorio dei Carabinieri e trovo giovevole ricostruirvi l’accaduto, non tanto per sottolineare la dimensione farsesca in cui viviamo, quanto per allertarvi sull’ultima mutazione del virus sinistroide: la spifferatrice di quartiere. Mi trastullo con il cane fra le aiole innanzi casa quando mi passa a fianco una beghina mascherata come a Chernobyl. La tizia, fingendo di parlare con il suo animale, esclama: «Ci sono ancora cretini senza mascherina!». La rincorro con una domanda: «Signora, mi perdoni: il suo cane è della protezione civile? No? Allora si faccia i cazzi suoi». «Io sono una dirigente!». «Esticazzi, detergente! Io sono primario di pneumologia al San Raffaele, ma lei continui pure a farsi gli impicci suoi che camperà più in là della Fase 2». La civilissima se ne va bofonchiando qualcosa sotto la maschera a gas.

Dopo cinque minuti arriva un’eteroscettica comunista di mezza età che conosco di vista, di quelle antifa militanti abituate a esercitare rigoroso distanziamento sociale dalla saponetta. Come tutti gli antifa militanti, sprangherebbero lo sbirro alle spalle, ma appena sentono prurito al culo… chiamano la Polizia. E infatti, certamente armata dalla cagacazzi precedente, è al telefono con la centrale. «Qua c’è un signore che non mette la mascherina… e insulta chi glielo dice». Molto impressionato dalla cosa, le segnalo che i pidocchi che porta in testa sono certamente più pericolosi per la salute pubblica. Ma quella non demorde. Aspetto che la quadrupede spruzzi e vado via, con la puzzacchiotta che mi alita alle spalle sempre al telefono con le forze dell’ordine. Torno a casa e me ne dimentico. Il giorno successivo scendo per accompagnare la fidanzata in lavanderia con abiti vari e la incrocio di nuovo. Ci scambiamo scherzosi nomignoli e la invito a chiamare di nuovo la Polizia, perché ieri non si era poi palesata. Lei afferma che sono un fottuto criminale. Le segnalo che ho un Master universitario alla Burrioni… e che la mascherina serve solo a quelle come lei per coprire il faccione scrofoloso. Aspetto l’arrivo delle forze dell’ordine.

Giungono con bel piglio due cazzute bicilindriche dei Carabinieri. Ponciarello scende dalla sella giusto un secondo dopo che io tirassi fuori la mascherina di tessuto e me la infilassi con efficienza chirurgica. Certo, alcuni esperti dicono che mentre passeggi all’aria aperta fa più male che bene, ma altri esperti dicono che i primi esperti non hanno capito una mazza, quindi si sa mai. L’ufficiale come esordio ufficiale interroga la donna: «E’ suo il cane? E perché non ha il guinzaglio?». La pidocchiosa delatrice già subisce il colpo, ma si riprende per ricostruire la vicenda, dicendo che io ero senza mascherina, che sono un medico irresponsabile perché affermo che le protezioni servono a nulla. Spiego ai Carabinieri che la signora dev’essere vittima di pseudologia fantastica, perché sì giocavo all’Allegro chirurgo da bambino, ma oggi faccio il giornalista e non mi separo mai dalla mia mascherina. Sono ipocondriaco, schizzinosissimo e la porto anche sul balcone di casa. Infatti mi dico molto spaventato dalla prossemica salivante dell’interlocutrice, che cominciava ad avere una crisi isterica. «Guardi, il signore mi sembra molto calmo e disponibile. Lei invece è esagitata. Ha un documento?». «Ma veramente, io… abito lì, non ho documenti. Ma l’ho fotografato prima ed era senza mascherina!». «Guardi, la avverto: lei rischia una denuncia! Fotografare senza consenso è molto più grave del non portare mascherine!». Al che intervengo per aiutare la malcapitata: «In realtà la signora mi segue da giorni. Non capisco questa maniacalità. Lei crede ci sia margine per una denuncia per stalking?». La mia fidanzata appoggia tempestivamente l’appello: «In effetti non mi sento sicura. La signora è chiaramente disturbata e ha manie ossessive». La vicenda si conclude con la zelante vicina che prende il cane al guinzaglio e se ne torna precipitosamente a casa dopo aver chiesto scusa perché in effetti non spettava a lei dare indicazioni sulla profilassi altrui e noi onesti cittadini a dolerci amaramente dei tempi con i santissimi Caramba.