Amiche, amici, cisgender, transgender e queer, siamo tornati. L’epopea che abbiamo attraversato per ridestarci rende quella di Byoblu, di cui parlavamo nell’ultimo articolo, una lieve seccatura burocratica. Ho dovuto corrompere, sfregiare, fare mercimonio del mio corpo per poter risalire alle cause, ai colpevoli, senza successo. Forse i posteri, un giorno, sapranno fare chiarezza. Per ora basti dire che pagare, aggiornare i plug-in con puntiglio e vaccinare i propri cani non è più sufficiente per assicurarsi un greenpass multimediale. Dopotutto, nessuno può ribellarsi all’oscurantismo progressista sperando di vincere, ma noi abbiamo il dovere di prestare testimonianza con i nostri sberleffi. L’ironia risulta sempre reazionaria, anche in bocca a un fervido democratico. La tirannia buonoide si crepa quando le si ride in faccia. Ma siamo seri! Tante genuflessioni sono passate sotto i ponti e qualche coltellata d’integrazione sopra i passanti dal nostro ultimo abboccamento, ma il sogno di una modernità sostenibile, green, gender less e Covid free splende ancora sopra di noi. Mentre mi leccavo le ferite inferte dalla censura e mi struggevo per la vostra assenza, ho riletto Nicolás Gómez Dávila ed è stato medicamentoso. Quel titano della reazione ci lasciò nel 1994, ma l’attualità del suo pensiero è un monito immortale. Torno così con qualche epigramma antimoderno – 27, come gli anni trascorsi dalla morte – per riflettere con voi su quanto degni siano i nostro slanci di antimodernità.

 

 

Chi parteggia per l’uguaglianza senza essere invidioso, può farlo solo perché è scemo.

Lo scemo, per essere perfetto, aveva giusto bisogno di un tantinello di erudizione.

Le ideologie sono state inventate perché potesse avere opinioni chi non pensa.

Il democratico non s’accontenta che rispettiamo quello che lui vuole fare della sua vita, ma esige pure che rispettiamo quello che vuole fare della nostra.

All’umanità hanno forgiato più catene i suoi liberatori dei suoi aguzzini.

La promiscuità sessuale è il contentino con cui la società tiene buoni i suoi schiavi.

Il progressista osserva il passato con un sorrisetto ironico. Il reazionario si contenta di sorridere osservando il progressista.

Al proprio risentimento il democratico sarebbe capace di sacrificare persino i propri interessi.

Chi abbia rispetto di sé, oggi può vivere solo negli interstizi della società e chi abbia decenza deve rifugiarsi nella clandestinità.

Socialismo è il nome commerciale che il Capitalismo di Stato si dà nel mercato elettorale.

Si approssimano le epoche in cui sopravviverà solo ciò che striscia.

Quelli che negano l’esistenza di ranghi non sanno con che chiarezza si riconosca il loro.

Caratteristiche del moderno: ribellarsi all’inevitabile e rassegnarsi al rimediabile.

Diventa ogni giorno più facile sapere che cosa disprezzare: ciò che i giornali elogiano.

Pari opportunità è la formula che designa non la possibilità data a tutti di essere decenti, ma il diritto per tutti di non esserlo.

La volontà di un popolo di mantenere “puro” il proprio patrimonio genetico può risultare una tracotanza, ma non un auspicio sciocco: se anche non esistono razze pure, esistono pur sempre incroci, meglio riusciti e retto è chi sottolinea con vigore le differenze.

Per corrompere un individuo basta insegnarli a chiamare diritti i suoi capricci personali e abusi i diritti degli altri.

Il barbaro si limita a distruggere; il turista profana.

Il progressista si crede libero quando nuota con la corrente a favore.

L’umanità che il mondo scientifico prepara si dividerà in criminali e deficienti.

A chi nasce senza genio alcuno va consigliata una carriera da epidemiologo.

Credere che basti la scienza è la più puerile delle superstizioni.

Mai l’umanità si è vestita peggio che in quest’epoca di abbigliamento libero.

La relatività del gusto è la scusa delle epoche che ce l’hanno cattivo.

Per non deprimersi fra tante opinioni idiote, occorre ricordare che le cose, ovviamente, sono quelle che sono, quale ne sia l’opinione del mondo.

L’ineguaglianza ingiusta non si cura con l’uguaglianza, ma con l’ineguaglianza giusta.

Il reazionario ha imparato che non si può dimostrare, né convincere, ma solo invitare.

 

 

Con affetto e stima, vi invito di nuovo nella villa patriarcale di questo blog.