Nella notte un amico mi ha scritto: «Gli antitrump/antifa hanno messo a ferro e a fuoco città, saccheggiando e demolendo statue; questi hanno rubato i leggii del Congresso con le piume da nativi».
Non sono negli Stati Uniti, per cui devo limitarmi a recensire la “relazione ufficiale” mediatica. Emblematica nel suo prevedibile e monotono protocollo. Relazione ufficiale che fino a ieri parlava di “rigurgito democratico”, “sete di giustizia”, “indignazione delle minoranze” per gli antifa del BLM, crema dell’intellighènzia militante; mentre oggi tuona di “attacco alla democrazia”, “terrore eversivo”, “insurrezione armata delle milizie trumpiane”, “l’orrore dell’assalto al Congresso” per i pittoreschi patrioti con i culi pitturati e la bandiera in mano. Estremisti antidemocratici perché non accettano elezioni platealmente maneggiate, mentre quelli che protestavano in strada bruciando bandiere e altro al grido “Not my President!” dopo le elezioni del 2016 erano cittadini democratici comprensibilmente amareggiati. Per quest’ultimi furono schierati «centinaia di poliziotti, alcuni in assetto antisommossa. Nonostante la pioggia migliaia di persone hanno sfilato in corteo lungo la Sixth Avenue per poi confluire verso la Trump Tower che però era già blindatissima dalla notte del voto, con numerosi camion anti-bomba a protezione dell’intero isolato».
In questa circostanza i manifestanti sono miracolosamente penetrati sino alle sale di Capitol Hill con l’impeto brutale delle invasioni barbariche. Una volta fatti entrare, a una donna è stato eroicamente sparato al petto, per arrestarne la furia usurpatrice. Anche fosse nera, non farà scandalo. Altri tre sono caduti.
Così, la fola è tosto pronta per essere confezionata e divulgata dai megafoni planetari dei veri reazionari, dei veri sovvertitori della volontà popolare, i sinistri galoppini dell’Internazionale Progressista, che vanno dal New York Times a Repubblica fino a Twitter e ai cinguettii starnazzanti della Boldrini: Trump fomenta una guerra civile; chi lo appoggia è un sovversivo. Omero era un lurido razzista. Colombo un fottuto colonialista. Ora che i tifosi esultano con un più nativo “Touchdown Washington Football Team!”.